Come abbiamo visto la morte naturale delle cellule è chiamata apoptosi e segue il normale avvicendamento tra cellule giovani efficienti e cellule vecchie rallentate ed esauste. La loro morte non è un evento traumatico ma fisiologico e i detriti non riutilizzabili sono eliminati attraverso i sistemi e gli organi dedicati alla disintossicazione del corpo.

Nei grandi processi di riparazione cellulare, per esempio gli interventi chirurgici, le necrosi tumorali o gli ictus cerebrali, i tessuti morti provocano grandi quantità di materiale che è smaltito solo parzialmente. Anche una dieta dimagrante co rilevante riduzione di peso, libera sostanze tossiche che creano un malessere continuo e persistente se l’evento non si risolve nel breve-medio periodo. Queste tossine inevitabilmente finiscono nei sistemi di deposito cioè il grasso e specificatamente dentro i lipociti.

Le persone del Club Dei Ciccioni che hanno accumuli di grasso, cioè tutti gli individui in sovrappeso, inconsapevolmente senza saperlo, hanno residui tossici depositati in quantità proporzionale al grado di obesità. Questa è la ragione per cui questi sono soggetti, sono a elevato rischio di una morte precoce. L’incidenza dell’obesità è in costante aumento, si parte dal semplice soprappeso fino al grado quarto di obesità. Il primo grado di questa situazione è responsabile del Malessere, una serie di sintomi quali: cefalea, occhi rossi, dolore, stanchezza, mal di stomaco, diarrea, costipazione e sanguinamenti. Sono colpite persone che presumono di essere sane, ma in realtà presentano una massa di cellule che seguono la morte naturale della apoptosi oppure hanno un rilascio di residui tossici dal grasso. In questa prima fase, la persona cerca la soluzione che più soddisfa il suo stile di vita: la pasticca del medico o del farmacista che immediatamente fa sparire il sintomo oppure la tisana dell’erboristeria o l’integratore del supermercato oppure uno stile di vita meditativo con ginnastica, yoga, eccetera, eccetera. Quando i sintomi persistono e si ripetono frequentemente si passa al secondo grado della cronicizzazione. La persona risponde intensificando il suo approccio “terapeutico” con nuove medicine, integratori e attività salutari senza cercare la radice del suo malessere. Quando i sintomi persistono, si entra nel terzo grado perché il problema delle cellule morte in esubero non è stato affrontato seriamente. La maggioranza delle persone che si affida alla medicina tradizionale entra in una sala operatoria o un ambulatorio medico per usufruire delle cure del progresso scientifico. All’uscita dall’Ospedale o dall’ambulatorio la diagnosi è sicura ma superficiale: si tratta di una malattia degenerativa la cui causa primaria la medicina non ha identificato. Il solo pensiero che una grande famiglia degenerativa concatena diabete, ictus, cardiopatie, ipertensione, malattie autoimmuni, infarti, cancro, artriti, artrosi e, nella senescenza, sclerosi neurodegenerative, Alzheimer, Parkinson, demenza senile, fa rabbrividire dallo stupore la maggioranza degli addetti alla salute.

C’è una vecchia storiella dello stregone che mi raccontarono quando studiavo medicina negli ospedali di New York. Il vecchio capo indiano non andava di corpo, il figlio andò dallo stregone che gli dette un sacchettino verde con delle erbe. Niente! Il figlio tornò dallo stregone che, pensieroso, dette un sacchettino giallo con altre erbe. Niente! Il figlio tornò dallo stregone che allora deciso gli dette un sacchettino rosso dicendo: questa volta funziona!. Tre giorni dopo il figliò tornò dallo stregone e disse: Tutta cacca, niente capo.

Non è la sfortuna ma il fattore intrinseco ad appiccicare una di queste malattie a un individuo. Sfortunatamente tutto il progresso scientifico è orientato sulle cure sintomatiche che danno subito immediato sollievo, ma falliscono nel medio – lungo periodo. Le persone presunte sane si trasformano in malati cronici pillola-dipendente, ignari che sarebbe bastato seguire le indicazioni eretiche sullo stile alimentare vegetale e integrale e sulla convivenza con l’ambiente per uscire dal cerchio della degenerazione cellulare metabolica.

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