Jan Baptiste Lamark un naturologo francese nel 1809 propose la prima teoria epigenetica della evoluzione. I cambiamenti ambientali modificano l’evoluzione delle specie. Il tedesco August Weismann nel 1889 seppellì questa idea dimostrando che tagliare la coda per 20 generazioni ai topi non si modificava la specie. L’inglese Charles Darwin dette il colpo mortale. Oggi Lamark rivive con la scoperta di nuovi meccanismi sull’ereditarietà. Nel 2001 in Norvegia Lars Olov Bygren e Marcus Pembrey hanno dimostrato che la longevità e la causa di morte sono influenzate dai raccolti e dall’abbondanza di cibo. La mortalità negli uomini dipende dalla nutrizione nella mezza infanzia del nonno paterno, mentre la mortalità nelle donne dipende dalla dieta della nonna paterna. Questi dati suggeriscono un collegamento del marchio epigenetico e i cromosomi sessuali.

“Prima che Tu nasca, i tuoi genitori hanno lasciato dei segni nel Tuo DNA, nella forma di timbri epigenetici che disattivano parti del Tuo genoma”. I fattori ambientali, Cibo e Stress, possono attivare cambiamenti che determinano modifiche del DNA o altre proteine. Questi marchiatori epigenetici possono essere trasmessi per parecchie generazioni durante la gravidanza e lo sperma maschile. La maggior parte di questi marchi si cancella con la riprogrammazione cellulare durante lo sviluppo, ma altre rimangono. Un semplice esempio della responsabilità della dieta e dello stress dei genitori e dei nonni sulla vita del nascituro è il fattore di crescita insulino-simile IGF-2, che aiuta a sviluppare figli larghi e grossi o correlazioni con l’ADHD (sindrome da deficit di attenzione e iperattovità. Il destino di queste nuove generazioni è segnato dal marchio di una mala-salute epigenetica di familiarità.

epigenetica-espanolaLo sbaglio concettuale dell’attuale oncologia è che non conosce l’epigenetica. Questo fatto potrebbe essere parzialmente scusato con il fatto che trattasi di una scienza giovane, ma la credenza quasi assoluta nella teoria genetica del cancro rende grave il fatto.  Da quando nel 1952 Watson & Crik scoprirono i nucleotidi, cioè i mattoni del patrimonio genetico, l’alterazione innata del DNA è diventato l’asse portante della ricerca e della cura dei tumori. La fine della seconda guerra mondiale ha determinato in questo settore della medicina una sbornia di massa. Il fatto triste è che questa sbornia non accenna a passare. Quando negli anni ’70 leggevo i testi sacri nella facoltà di medicina a Siena, era ancora possibile studiare ed essere interrogato sul metabolismo acido basico, le alterazioni del ciclo di Krebs e l’ipossigenazione dei tumori. Le ricerche dei primi decenni del 1900 andavano in una direzione ben precisa. Il metabolismo alterato delle cellule conferiva le caratteristiche di aggressività e malignità. Il metabolismo sembrava a quei tempi la soluzione di questa grave malattia, ma la teoria genetica nel giro di un decennio ha spiazzato tutte le vecchie ricerche creando nuovi modelli di cura. La credenza oncologica in cui tutto quello che succede nel cancro è dovuta all’alterazione genetica, fa impazzire cellule, oncogeni e oncologi che sparano pallottole all’impazzata contro l’ingovernabilità cellulare. L’oncologia ha imboccato la strada a senso unico, di cui io stesso ho condiviso molti aspetti per tanto tempo. La multifattorialità nella genesi del cancro è stata accantonata. Il ruolo dei cancerogeni è studiato sulle cavie di laboratorio, mentre sull’uomo non è stato possibile determinare la correlazione con un tumore specifico. Gli esperimenti sulle cavie umane furono vietati dopo la caduta del nazismo.

Guardate l’amianto, molti operai che lavoravano l’eternit sono morti di tumore polmonare, ma la scienza è stata incapace di mandare in galera i responsabili di quelle morti. Questo esempio si è ripetuto all’infinito con il fumo da sigarette, l’alcool, le radiazioni, la diossina e le nano particelle ubiquitarie. Il tira e molla della scienza che un giorno lancia un allarme su una sostanza e il giorno dopo interviene a smentire l’annuncio, ormai è una quotidianità che i giornali relegano nelle ultime pagine. Imperterrita l’industria continua inamovibile la sua attività. Da circa 10-12 anni è saltata alla ribalta l’importanza dell’alimentazione. Le tradizioni alimentari dei primi anni del ‘900 sono state stravolte e da alimenti a prevalenza vegetale negli ultimi 70 anni si è passati a una massiccia  alimentazione di provenienza animale. Gli allarmi lanciati sulle malattie del benessere per diete sbilanciate tra vegetali e animali hanno suscitato reazioni violente dall’industria latto-casearia e dagli allevamenti industriali. La posta in gioco è un massiccio potere economico contro un incremento continuo di morti causati da malattie degenerative, infarto, cancro, ictus e Alzheimer solo per citarne qualcuna.

A questo punto salta fuori l’epigenetica. Non esistono sbagli genetici innati, frutto dell’evoluzione umana che vede nel suo cammino il cancro come una malattia ineluttabile del destino (modello egiziano del castigo di Dio). Il patrimonio genetico dell’uomo ha garantito la sopravvivenza della specie per milioni di anni. I geni non sono malati e Il Creatore nella sua infinita lungimiranza non ha fatto questo sbaglio grossolano. I geni sono strutture che interagiscono e si modulano adattando la produzione di proteine, enzimi, strutture con l’ambiente. Qui entra in gioco veramente la multi fattorialità sia da sostanze ambientali esterne che da sostanze interne ingerite con il cibo. L’epigenetica ci dice che il patrimonio genetico reagisce in modo benigno o maligno secondo gli stimoli sani o malsani sulla persona. L’epigenetica riesuma dalle ceneri le vecchie ricerche sul metabolismo acido basico e ossigenazione e contemporaneamente pone il dito sulla piaga nell’inquinamento ambientale e sul cibo animale che si mangia. Chi ha la fortuna di vivere in un ambiente pulito, mangia cibi vegetali, integrali senza sale e zuccheri aggiunti e ha uno stile di vita calmo e felice, ha sottoscritto l’assicurazione epigenetica della salute.

L’epigenetica è la scienza del futuro. La conoscenza di queste ricerche significa che la prevenzione si trasforma in cura e sta diventando la Bibbia di una nuova rivoluzionaria oncologia. Speriamo che Dio ce la cavi! e che la mole di ricerche scientifiche non divengano un bersaglio di interessi che nulla hanno a che fare con la salute della gente.

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