“Lei ha un cancro“. Nessuno vorrebbe sentire questa frase.
Questa malattia è definita il “male del secolo” ed effettivamente è una verità. Nei paesi occidentali è la terza causa di morte. Il Dossier di LegaAmbiente nel gennaio 2014 aggiornava i luoghi contaminati da sostanze tossiche in Italia: i SIN (Siti contaminati di Interesse Nazionale- LEGGE 9 dicembre 1998, n. 426). 100 mila ettari inquinati in 39 siti di interesse nazionale e 6 mila aree di interesse regionale, in attesa di bonifica. Da Taranto a Crotone, da Gela e Priolo a Marghera, passando per Brescia e la Terra dei fuochi: un business da 30 miliardi di euro tra ritardi, inchieste giudiziarie e commissariamenti. La massa della popolazione che vive in quelle aree non sa che nei SIN, il cancro è il “number one” della morte prematura.
Con la “diagnosi di un carcinoma” in tasca la persona ha la vita sconvolta sia guarisca sia che muoia. Il brutto di questa situazione è che nessuno può scegliersi il cancro che vuole, buono o cattivo. Quando nel gennaio 2015 su “Le Scienze” comparve l’articolo di Tomasetti e Vogelstein sulla “Bad Luck“, emeriti scienziati tennero conferenze per negare la scientificità di questa realtà che la povera gente sperimenta tutti i giorni. A ruota i mass media enfatizzarono la Bufala perché scomoda all’industria della Salute. Invece di cercare e rimuovere la causa del cancro, gli adulatori servili annunciarono i successi che la medicina ha ottenuto sui milioni di persone salvate, dimenticando gravemente i milioni d’insuccessi di coloro che ogni anno muoiono di cancro o rimangono mutilati. I ricercatori non allineati con il sistema sono stufi di vedere le loro ricerche cestinate dalle riviste scientifiche ufficiali e affidano alle pubbliche librerie o internet le loro idee. La produzione di scientifica si espande a macchia d’olio toccando aspetti sempre più approfonditi in continuo aggiornamento.
Se quella persona sgomenta, disorientata e in preda alla paura perché taggata “Lei ha un tumore maligno” volesse informarsi e conoscere le prospettive di vita offerte negli ospedali, non sa che troverebbe molte risposte nella libreria sotto casa o nel PC sulla sua scrivania. Questa mole enorme di conoscenza scientifica non è conosciuta nei centri di cura delle neoplasie. Forse che la letteratura scientifica è per pochi addetti detentori della conoscenza e non del popolo? Forse che il progresso richiede le vittime sacrificali per l’infinita ricerca dell’antidoto miracoloso? Strano che la scienza atea occidentale speri e continui a investire soldi in un miracolo Divino!
Analizzando cinicamente con rammarico questa situazione viene in mente uno dei primi insegnamenti dell’oncologia: “I tumori nella loro infinita diversità hanno una storia naturale codificata e obbligata”. Conoscere questa storia e leggerla alla luce delle ricerche di laboratorio, dei dati epidemiologici e delle testimonianze di guarigione, permette di capire che la famigerata diagnosi di cancro è un evento che colpisce le persone sorde ai richiami sui pericoli della attuale società. I cambiamenti degli ultimi due secoli sullo stile di vita dell’Occidente hanno evidenziato bene le cause della malattia del secolo. L’alimentazione è stata stravolta nella sua naturalezza e il mondo è sotto attacco da sostanze chimiche cancerogene di tutti i gradi. La vita, gioco forza, diviene una partita a scacchi, dove tra la vita e la morte, lo scacco matto dipende dalla fortuna. Tomasetti C, Li L, Vogelstein B, conferma la ricerca su scala mondiale su Science nel marzo 2017. Nel 35% dei casi è intervenuto un agente cancerogeno, nel restante 65% dei tumori maligni la causa non è conosciuta. In questi casi “quando le cellule staminali si dividono, si determinano mutazioni casuali del DNA”. La conclusione è chiara e semplice: “Cambiando il nostro stile di vita e le abitudini alimentari si può dare un enorme aiuto per prevenire vari tipi di cancro”. Il passo per la cura dei tumori sarebbe breve se casualmente la concorrente Nature non avesse pubblicato nel gennaio 2016 un articolo “più rigoroso, chiaro e lineare” che arriva a conclusioni opposte riportando la nebbia nella ricerca sulla cura del cancro. (Sob!)
La storia naturale del cancro mostra chiaramente che, dalla vita spensierata alla morte naturale, cioè i 120 anni, tutti attraversano quattro fasi. Il cancro non è una tegola che casca in testa uscendo da casa (nel 1982 questo fatto accadde fuori dalla porta dell’ospedale Santa Maria della Scala a Siena). Dalla prima cellula maligna alla sua manifestazione clinica possono passare 20 o 40 anni. Lo sviluppo del cancro avviene per l’azione continua e congiunta di stili di vita alimentari sbagliati ed esposizione a fattori cancerogeni ubiquitari. La goccia che dopo goccia, riempie il bicchiere determina mutazioni casuali del DNA. Quando il bicchiere è pieno, le cellule maligne straboccano e portano ogni anno nei camposanti italiani 180.000 persone.