Che cosa differenzia una persona da un altra? Come mai i singoli individui sono tutti diversi? Che cosa determina l’insorgenza di una malattia all’interno di una famiglia in cui alcuni si ammalano e altri no? È forse quel fattore genetico tanto amato dalle ultime generazioni di scienziati? È giusto indirizzare le ricerche e le risorse economiche alla ricerca dell’alterazione genetica nella cura del cancro, relegando altre scoperte della medicina nell’angolo buio della scienza? NO!! L’uomo è qualche cosa in più di una semplice macchina pensante.
La differenziazione individuale ha le sue fondamenta nel Fattore Intrinseco. Fin dall’unione del patrimonio genetico paterno e materno, si attiva un sistema metabolico caratteristico dell’individuo che si esaurisce con la morte. Questo sistema è in continua evoluzione in base agli input durante la gestazione e poi dalle scelte interiori ed esteriori. La persona con la sua volontà modula il sistema metabolico sullo stampino genetico della specie. Gli alimenti, lo stile di vita e l’ambiente plasmano l’individualità in modo irriproducibile. Questo è il Fattore intrinseco che differenzia le persone. Il prodotto finale, cioè l’individuo, è la risultante dei sistemi genetici e metabolici che s’incontrano e interagiscono con la Natura che lo circonda. Questa è la nuova frontiera della Epigenetica, la scienza che studia la adattabilità dei geni all’Ambiente. Oggi sappiamo che lo stesso gene è in grado di cambiare la qualità delle proteine in base al comportamento di una persona. Forte, indissociabile ed estremamente sconosciuta è l’epigenetica individuale. Oggi sappiamo con certezza che il fattore intrinseco della persona è l’insieme del metabolismo enzimatico, dell’ambiente esterno e dell’adattabilità genetica.
Ecco spiegato in poche righe il perché una persona sviluppa un cancro al polmone, mentre un’altra ne è immune, pur fumando ambedue un pacchetto di sigarette al giorno. Le malattie degenerative sono il prodotto infausto dell’epigenetica nella società contemporanea.
Non bisogna dimenticare la semplicità biologica alla base della vita. Cinque elementi della tavola di Mendeleif sono l’essenza della vita: Carbonio, Idrogeno, Ossigeno, Azoto, Zolfo. La sigla C-H-O-N-S rappresenta gli elementi chimici essenziali nella maggioranza delle molecole biologiche. Questi cinque elementi generano le quattro molecole vitali:
Proteine: mattoni di tutte le strutture degli organismi viventi (inclusi gli enzimi che con la loro azione nel metabolismo).
Acidi nucleici: strutture che immagazzinano e trasportano le informazioni genetiche.
Carboidrati: molecole che forniscono l’energia alle cellule viventi.
Lipidi: strutture fondamentali per circoscrivere l’ambiente delle cellule e custodire la privacy interna.
La vita inizia con i Cinque elementi vitali in un processo di unione, assemblaggio, aggregazione, combinazione, unione e integrazione tra le varie parti per creare un insieme ordinato e funzionale.
Questo concetto scientifico è ben spiegato da Woody Prieb nel libro Neodharma con la parola sanscrita “Sankhara”. Un insieme di elementi acquisisce nuove caratteristiche, non possedute prima del processo di aggregazione. In accordo con la scienza, entrando nella profondità della struttura atomica, ciascuna parte di un insieme vitale è importante per la corretta funzionalità armonica della struttura biologica: molecole, atomi, elettroni, protoni, neutroni, quanti o qualsiasi altra entità subatomica.
Il prodotto finale di tutti gli elementi fisici non è però una semplice accozzaglia di entità elementari unite insieme da legami chimici, fisici ed energetici, ma un insieme vitale complesso qual è l’essere umano. Nel ciclo della vita, dalla nascita alla morte, i cinque elementi sono in una continua trasformazione, dove il fattore intrinseco determina il destino scelto dal singolo individuo.