1 Cancro al fegato

Gentile dottore a mio marito di 80 anni e’ stato diagnosticato un cancro al fegato inoperabile quattro mesi fa. Non ha fatto alcun trattamento. Il chirurgo mi ha solo detto: “speranza di vita 6 mesi. Quando starà male ci saranno le cure palliative”. E’ dimagrito molto, ma mangia e non ha sintomi particolari. Io vivo in un’angoscia quotidiana. Quando si sveglierà il mostro? cosa devo aspettarmi?

RISPOSTA
Gentile Signora, Suo marito può’ considerarsi fortunato perché il cancro al fegato e’ stato diagnosticato a 80 anni. Quello che Le hanno detto e’ vero, la sopravvivenza media e’ 6 mesi, anche con le chemioterapie. A causa dell’età’ hanno escluso la chirurgia, la chemioterapia e anche la radioterapia. Detto questo analizzi la situazione sotto un’altra prospettiva. In Italia e’ famoso il caso di Arturo Villa che volevano trattare con la chemioterapia il carcinoma epatico diffuso con la prospettiva di allungare di tre mesi la sua vita. Arturo Villa rifiuto’ e cerco’ altre strade alternative. E’ diventato il medico di se stesso e ha pubblicato su internet e su youtube ogni particolare della sua vicenda. Arturo Villa e’ vissuto oltre tre anni sfondando tutte previsioni, Addirittura l’azienda sanitaria voleva togliere la esenzione A48 dei Tumori perché era “guarito”. Arturo Villa ha usato su se stesso tutti i metodi non convenzionali in auge in Italia. Se ha fatto uno sbaglio e’ stato quello di farli tutti in contemporanea. Resta il fatto che il tumore per tre anni e’ regredito e lui ha vissuto una vita normale in benessere e in vitalità.

I suoi 4 metodi fondamentali sono stati:1) Succhi freschi di frutta e verdura verde, 2) Ascorbato di potassio con ribosio, 3) Fungo Ganoderma Lucidum,  4) Syncrolevels. Questi metodi naturali non hanno effetti tossici e sono adatti a tutte le eta’.  Anche se la guarigione può’ essere lontana, la Qualità della Vita certamente migliora. Cordiali saluti

2) PET dopo colonstomia 
Buongiorno, mia madre (67 anni , 1,69 DI Altezza per 61 kg attuali dopo stomia -prima 67) di recente si e’ sottoposta a stomia per togliere un polipo di 6 cm dal colon. L’operazione e’ andata bene e anche il referto istologico e’ stato positivo non necessitando di altre cure (pT1N0Mx).
Da una tac toracica fatta prima dell’operazione era venuto fuori il seguente risultato: “Multipli subcentrici noduli parenchimali non calcifici bilaterali a prevalente distribuzione peribroncovasale (i maggiori dei quali 7,5 mm al passaggio del segmento dorsale del LSD E 6,5 mm nella lingula) sospetti in prima ipotesi per lesioni di significato ripetitivo. Non linfoadenomegalie dimensionalmente significative in sede ilo-mediastinica, ne versamenti pleuro-pericardici. Ora l’oncologa mi ha detto che vuole fare una PET con metodo di contrasto al glucosio a mia madre per verificare se c’e’ da fare eventualmente una chemioterapia adiuvante. La domanda e’: in base a questo referto bisogna preoccuparsi seriamente o può essere qualcosa che va tenuto sotto controllo? Mia madre ha appena subito una stomia… grazie
RISPOSTA
Gentile Signora, una bassa percentuale di casi di tumore localizzato al colon senza diffusione ai linfonodi ha una malattia diffusa. Questo e’ probabilmente il caso di Sua madre. Quello che ha consigliato l’oncologa e’ una strada da seguire perché la PET e’ in grado di confermare o smentire la presenza di metastasi polmonari. In tal caso la chemioterapia non sarà quella adiuvante. In ambedue i casi Le consiglio di avviare il cambiamento drastico della alimentazione passando da quella onnivora a quella vegetale ed integrale. Questo tipo specifico di dieta non solo previene il cancro ma lo fa regredire. Le consiglio i libri “The China Study” e “L’alimentazione nella prevenzione del cancro“. Cordiali saluti

3) Adenocarcinoma Gastrico non operabile
Buongiorno dottore, Scrivo per mio papa’: uomo di 55 anni, gli e’ stato diagnosticato un adenocarcinoma gastrico la scorsa settimana in seguito a una gastroscopia. Con la Tac hanno potuto vedere che non ha metastasi in altri organi, ma i linfonodi dello stomaco sono presi dentro. Pare che il tumore sia abbastanza esteso anche se solo nello stomaco.
Ci hanno detto che l’intervento non e’ possibile. Perche’? Dallo stomaco passano dei grandi vasi sanguigni che sono trombizzati. Ha iniziato lunedi il primo ciclo di chemioterapia tramite il Porter, prima flebo da due ore, poi un’altra da 44 ore. Vorrei un parere se e’ il caso di sentire altri oncologi circa la sua situazione. E’ davvero non operabile? Grazie
RISPOSTA
Gentile Signore. La diagnosi di tumore allo stomaco avviene quasi sempre al terzo/quarto stadio cioè quando la malattia e’ diffusa agli organi vicini e ai linfonodi. Solo in Giappone fanno gli screening per individuare il tumore in fase iniziale e quindi effettuare un’intervento chirurgico conservativo. In Occidente No! Lo stomaco e’ un pezzo di intestino che se rimosso completamente determina uno scadimento della qualità della vita tale da renderlo improponibile nella maggior parte dei casi. La chemioterapia fatta per portare una persona sul letto operatorio e’ uno sbaglio concettuale. Se fara’ la chemioterapia segua questa strada, ma abbandoni quella della chirurgia. La chemioterapia ha bassi livelli di successi nello stomaco e per di più una serie di effetti tossici che debilitano la persona. Secondo le ricerche del Dott. Valter Longo, ideatore della dieta MiMa digiuno, un periodo di cinque giorni con alimentazione a-proteica  e ipo-calorica a cavallo dei giorni della chemioterapia ottengono due risultati: gli effetti tossici sono minori e l’antiblastico e’ più’ efficace sul tumore. La dieta da eseguire non e’ facile in quanto solo pochissimi nutrizionisti la conoscono. In Italia e’ acquistabile un kit  Mima digiuno della L-Nutra. Su internet si trovano anche alcuni esempi, ma bisogna essere esperti per calibrare bene i cibi. Sono strade nuove che cercano di migliorare i risultati mediocri ed inconcludenti che la medicina per ora offre a queste persone. Cordiali saluti

4) Chemioterapia necessaria?
Buongiorno volevo sapere se è necessaria la chemioterapia con un esame istologico che dice: adencarciroma moderatamente differenziato del grosso intestino, la neuroplasia infiltra a tutto spassore la parete del grosso intestino estedendosi al tessuto adiposo periviscerale ed alla sierosa viscerale; assenza di invasione neolastica vascolare, assenza di budding tumorale di alto grado, i margini di resenzione chirurgici sono indenni da neoplasia, linfonodi reattivi, 26linfonodi esaminati ptnm pt4a n0. Grazie
RISPOSTA
Gentile Signora, Lei riferisce la presenza di una neoplasia diagnosticata forse con una colonscopia in cui l’esame istologico ha evidenziato un adenocarcinoma moderatamente differenziato. Per stabilire la necessità di una chemioterapia le saranno prescritti una serie di esami di stadiazione e probabilmente sarà sottoposta ad intervento chirurgico. Solo con il “pezzo” in mano si può dire se la chemio va fatta o no. Consideri che al giorno d’oggi vanno alla grande i protocolli precauzionali che se hanno il vantaggio di allungare il periodo libero da malattia hanno lo svantaggio di indebolire il sistema immunitario. Sull’argomento c’è un grande dibattito. Cordiali saluti

5) Comparsa di formazioni nodulari con attività metabolica
Salve, mia madre già operata per un carcinoma mammario e chemio radio trattata al rachide e in regione retroclaveare sx in corso di terapia con faslodex, ha eseguito in data 12/05/17 una PET con seguente esito. Comparsa di piuttosto intenso accumulo del radiofarmaco in corrispondenza di una nodulazione di verosimile pertinenza linfonodale posta nel mediastino antero-superiore. Presenza di un ulteriore nodulazione metabolicamente attiva nell’arco aortico. Si segnala la comparsa di due piccole nodulazioni poste in sede paratracheale alta poco al di sopra dello sterno. Vorrei sapere come si presenta la situazione se è trattabile e come. In attesa porgo sentiti saluti.
RISPOSTA
Gentile Signora, Come avranno spiegato a Sua madre. La PET è un esame che permette di identificare le metastasi anche quando queste sono millimetriche e non visibili con altre indagini diagnostiche. La precisione della PET dipende dal fatto che si somministra con una flebo dello zucchero che è stato unito ad un radiofarmaco. Il cancro è ghiotto di zucchero in quanto è la sua fonte principale di energia. Una bevanda zuccherata, un cucchiaino di zucchero, un cornetto alla crema, un dolcetto a fine pranzo sono assimilati dal cancro prima che lo zucchero arrivi alle cellule sane. La PET, nella sua semplicità, gioca sul fatto che una molecola di zucchero prima entra nella cellula del cancro poi in quella sana. Da quando Sua madre è stata curata sembra strano che nessuno le abbia detto che gli zuccheri semplici e raffinati sono un ottimo integratore energetico del cancro. Se questo è vero, probabilmente non Le è stato detto che mangiare tante proteine animali permette alle cellule del cancro di avere a disposizione tutti gli aminoacidi essenziali per costruire nuove cellule maligne. La crescita tumorale rende vane le cure se non si interrompe l’apporto di zuccheri semplici e di proteine nobili. In guerra vince l’esercito che viene rifornito continuamente di polvere da sparo e da cannoni. Affamare il cancro anziché dare quotidianamente i rifornimenti energetici e strutturali, significa guarire il tumore. In caso contrario la sconfitta è sicura. Cordiali saluti

6) Componente genetica per tumori
Buonasera, ho un pensiero che mi affligge da diverso tempo. Purtroppo l’intera famiglia di mia madre è stata “sterminata” da tumori localizzati in vari sedi (prevalentemente polmoni). Tutti, genitori, zii, fratelli e sorelle, sono deceduti in età non avanzata (50/60 anni). Mia madre, che ha 64 anni, è l’ultima rimasta, ma il pensiero che tutto possa essere collegato ad un fattore genetico non mi lascia più vivere. A che generi di esami sarebbe utile che si sottoponesse e con quale frequenza? Tutti questi casi possono essere frutto di sfortunate coincidenze o si tratta di componenti genetiche? Aggiungerei che, purtroppo, mia madre è anche una fumatrice. Ringrazio in anticipo chiunque vorrà dare una risposta o una delucidazione ai miei dubbi e alle mie paure.
RISPOSTA
Gentile Signora, poco prima di morire di tumore il prof. Veronesi affermò che in pochi decenni una persona su due morirà di cancro. Le prospettive nel medio periodo sono certamente queste, anzi a dire il vero dato che il cancro appartiene alla stessa famiglia dell’ictus, dell’infarto, del diabete, delle malattie autoimmuni, nonchè l’Alzheimer, il parchino e la demenza senile, si può dire già da ora che le persone fortunate sono quelle a cui casca una tegola in testa mentre escono di casa. Tutti gli altri che muoiono prematuramente, come nella sua famiglia, sono semplicemente sfortunati. La sfortuna di essere degli ignoranti, nel senso di ignorare come sta andando il mondo. Questi sfortunati, e Lei è un classico esempio, credono nelle favole che la propaganda sta diffondendo ormai a senso unico nella popolazione. Il fattore genetico interviene solo nel 1% di tutti i cancri. Dal 2005 con la pubblicazione del The China Study, si è spalancata una porta che ha disseminato le informazioni sulla causa delle malattie degenerative e in particolare del cancro. Lei che ha esperienza delle morti premature del cancro sarà anche testimone che a nessuno dei suoi parenti è stato fatto il test genetico per la ricerca degli oncogeni. Se questo non è stato fatto è perché il patrimonio genetico dei suoi parenti era normale e le alterazioni del DNA che si riscontrano nei tumori sono indotte da altre cause. Io stesso nel 2015 ho pubblicato un libro su L’alimentazione nella prevenzione del cancro. La causa primaria del cancro è l’alimentazione moderna, quella che dal dopoguerra ha sconvolto i sani principi alimentari dei nonni e bisnonni. Se Lei ha 26 anni deve andare a vedere cosa mangiava la sua famiglia nel periodo compreso tra il 1900 e il 1945. Chieda a quelli che hanno fatto la guerra se mangiavano tutti i giorni tre porzioni di cibi animali o se passavano giornate intere a digiunare!
In Campania ci sono eminenti ricercatori che negli ultimi anni hanno affermato il pericolo degli stili di vita collettivi. Mangiare in modo insalubre e vivere in un ambiente inquinato porta le persone a finire presto la loro vita passando attraverso i servizi degli ospedali. Nel 2016 su una rivista scientifica americana è stato pubblicato un articolo dal titolo: “Mangiare un petto di pollo aumenta il rischio di cancro più del fumo di sigarette”. La sua ignoranza è in parte scusata, molto meno sono scusati coloro che non diffondono le informazioni corrette. Ricordi che “Il dubbio è la strada della conoscenza”, perciò Le consiglio di non vivere nel terrore e nella paura, ma di buttare nell’immondizia i suoi paraocchi, di guardarsi intorno e rendersi conto in quale mondo Lei vive. Cordiali saluti

7)Immunoterapia oncologica per colangiocarcinoma
Gentili dottori, la patologia è colangiocarcinoma a partenza colecistica, metastatico al parenchima epatico. No ittero. No diabete. No malattie autoimmuni. Dopo aver eseguito numero sei cicli di cht (gem+cis) nei giorni 1,8,21 c’è stata una importante riduzione della grossa lesione epatica con relativa scomparsa delle adenomegalie loco regionali e peripancreatiche. Purtroppo dalle ultime analisi ematologiche effettuate il ca.19.9 è in decisa ripresa, dopo che incessantemente diminuì per sei mesi, (156 a 60) ora a 95. Temo che la lesione sia oramai divenuta resistente. Per cui, pensavo all’immunoterapia: l’immunoterapia oncologica per trattare il colangiocarcinoma è attuabile oppure occorre forzatamente essere selezionati a far parte di una sperimentazione, precludendo quindi la possibilità di curarsi nella regione di appartenenza? La farmacologia per questa neoplasia è necessariamente a infusione? Solo per mia conoscenza, mi direste il nome dell’anticorpo monoclonale potenzialmente utilizzabile? Grazie.
RISPOSTA
Gentile Signore, Lei ha presentato una buona risposta alla chemioterapia, ma inevitabilmente la malattia si ripresenta. In tutta italia ci sono ora centri di immunologia oncologica che utilizzano vari anticorpi monoclonali dopo una serie di accertamento che variano da paziente a paziente. Le conviene cercare su internet e fare una serie di telefonate in modo da ottenere informazioni direttamente da Loro. Le segnalo che all’inizio di questo anno è venuto a mancare una persona che aveva un carcinoma epatico simile al suo e che era stata indicata una sopravvivenza di soli tre mesi. Arturo Villa è la persona che ha dedicato la sua vita a residua a combattere in prima persona la sua malattia. Lui rifiutò la chemioterapia ed è vissuto in pieno benessere per oltre tre anni attuando solo cure naturali. Cordiali saluti

8)Aumento del CEA
Esame CEA aumentato. 5,3 -parametro laboratorio=5,00. Precedente valore a Ottobre 2016=4,00–CA 15.3 nella norma Ca mammario, operato a Settembre 2011 con quadrantectomia e linfonodi cavo ascellare. Chemio e radioterapia. Attualmente terapia con anastrozolo. Paziente, donna fumatrice da molti anni, ma non “forte”. Attualmente 15 sigarette al giorno di tipo leggero. Al momento nessuna sintomatologia a carico di organi, a parte dolore lombare per osteoporosi. Che fare? Grazie
RISPOSTA
L’aumento del CEA di frazioni di punto sopra la norma non è considerato preoccupanti né tantomeno indice di ripresa di malattia. Le cure effettuate rientrano nei protocolli tradizionali e i controlli programmati servono a rassicurare la persona che la malattia è sotto osservazione. Nella storia naturale del cancro al seno non è infrequente infatti la comparsa di metastatizzazione diffusa a distanza di molti anni dalla sua scoperta. Questo fatto non dipende tanto dalla inefficacia delle cure quanto dal fatto che non è stata presa in considerazione l’alimentazione. E’ risaputo che la PET identifica masse cancerose di millimetrica dimensione: il cancro è affamato di zucchero! E’ risaputo inoltre che il cancro per crescere ha bisogno di proteine per formare nuove cellule: quale migliore rifornimento di proteine nobili da cibi animali si potrebbe inventare!
Nel caso di sua madre c’è un fatto allarmante. L’assunzione dell’anastraziolo dura ormai da diversi anni e la sua tossicità nelle donne in post menopausa è l’osteoporosi. La demineralizzazione ossea può essere molto debilitante per le fratture spontanee che nulla hanno a che vedere con le metastasi ossee (sempre in agguato). Anche in questo caso di tossicità da farmaco (utile la sospensione) l’alimentazione non è presa in considerazione: il latte, i formaggi stagionati e gli integratori di calcio sono consigliati con il risultato chili miglioramento è nullo e si osserva il peggioramento della osteoporosi. Le consiglierei di cercare su internet queste parole chiave: L’Alimentazione nella prevenzione del cancro. Cordiali saluti

9) Astrocitoma anaplastico

Buongiorno, mia mamma di anni 73 è stata operata per un tumore celebrale asportato completamente. Dall’esame istologico è risultato però un astrocitoma anaplastico con stato IDH1 negativo (neoplasia aggressiva). Il consiglio dell’oncologo è di proseguire la cura con radioterapia e chemioterapia con temozolomide, ma cercando in internet informazioni riguardo a questo tipo di tumore ho purtroppo capito che si tratta di un male difficilmente curabile. Ora, considerando che al momento mia mamma sta bene, mi sto ponendo la domanda se fosse il caso di evitare radioterapia e chemioterapia (che sembra in questo caso non fanno miracoli) per farle passare i giorni che restano in maniera più serena. Posso chiedervi cosa ne pensate? Grazie
RISPOSTA
Gentile Signore, i tumori cerebrali rientrano tra i primi dieci “Big Killer“. La loro frequenza è bassa (2%), ma la prognosi a distanza di due anni è estremamente infausta. “Il male difficilmente curabile” come Lei lo chiama è una situazione mondiale che sta aggravandosi giorno dopo giorno. La città in cui vive (Brescia) già nel 2016 era finita sui giornali per “l’eccesso di incremento” di tumori rispetto a tutte le altre città. Brescia è un SIN, sito di interesse nazionale, non nel senso deviante e artistico dell’inventore della sigla, ma per l’inquinamento ambientale che credo superi la Terra dei fuochi e Taranto. Quelli che segnalarono la situazione di pericolosità sono stati emarginati e anche denunciati. Sull’argomento trova pochi trafiletti sui giornali.
Nella sua domanda, afferma che sua madre sta bene e certamente una chemioterapia con temozolomide non migliorerà la qualità della vita. La radioterapia invece è in grado di ridurre i sintomi, in special modo il mal di testa. È certamente da tenere in considerazione. Ci sono metodi naturali che riescono a ridurre l’infiammazione cellulare. Il tumore alla testa non è una malattia che piace ai medici per gli scarsi risultati che si ottengono, ma le posso dire che personalmente conosco due persone, ma altre me le hanno presentate, che sono guarite dal tumore alla testa. Non mi domandi come hanno fatto perché le storie sono tutte diverse. Le consiglio di leggere il libro di Alessandro Rubino “La vita è Bella” che è uno dei miei amici guarito dal tumore cerebrale e il libro illustra la sua storia. I fattori che determinano la grave situazione oncologica sono due: il secondo è l’inquinamento ambientale di aria, acqua e terra, il primo è il cibo snaturato della società moderna. Cerchi “La Alimentazione nella prevenzione del cancro” e troverà perché l’inquinamento è il secondo fattore e non il primo. Cordiali saluti.

10)Cancro al fegato inoperabile
Gentille dottore a mio marito (80 anni) è stato diagnosticato un cancro al fegato inoperabile (fine ottobre 2016). Non ha nessuno trattamento. Il chirurgo mi ha solo detto: speranza di vita 6 mesi. Quando starà male ci saranno solo le cure palliative. È dimagrito molto ma mangia e non ha sintomi particolari. Però io vivo in un’angoscia quotidiana. Come e quando si “sveglierà” il “mostro” nascosto? Quali saranno i sintomi a cui dovrò fare attenzione? Quale sarà l’evoluzione in pratica? Grazie per la sua risposta.
RISPOSTA
Gentile Signora, Suo marito può considerarsi fortunato perché il cancro al fegato è stato diagnosticato a 80 anni. Quello che le hanno detto è vero, la media della sopravvivenza è 6 mesi, anche con le chemioterapie che sono per di più tossiche. Nel suo caso l’età ha escluso chirurgia e chemioterapia. Anche la radioterapia non è consigliabile per la difficolta’ a fare trattamenti in completa immobilità. Detto questo analizzi la situazione sotto un’altra prospettiva.
In Italia è famoso il caso di Auturo Villa che con il suo carcinoma epatico era stato indirizzato verso la chemioterapia con la speranza di allungare di tre mesi la sua vita. Arturo Villa rifiutò e si mise a cercare altre strade alternative. È diventato il medico di se stesso e ha pubblicato su internet e su youtube ogni particolare della sua vicenda. Arturo Villa è vissuto oltre tre anni sfondando le previsioni che lo avevano dato per spacciato. Ha utilizzato tutti i metodi attualmente conosciuti in Italia come non convenzionali.
Personalmente penso che troppi metodi in contemporanea provocano uno squilibrio opposto non benefico. Resta però il fatto che lui ha fatto regredire il suo tumore, ha ripreso una vita normale ed è diventato un punto di riferimento per i suoi consigli pratici. Sostanzialmente i primi 4 metodi utilizzati sono stati:
1. Syincrolevels;
2. fungo ganoderma Lucidum;
3. estratti verdi di frutta e verdura;
4. Ascorbato di potassio.
Sono queste tutti metodi naturali e biologici senza effetti collaterali che però possono aprire una speranza. 80 anni sono una bella età, ma madre natura ha programmato ben oltre la fine naturale della vita. Cerchi e troverà anche Lei la strada. Cordiali saluti

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