Nel mio libro di Patologia generale di Tullio Terranova (1979), un bellissimo disegno della diffusione metastatica del cancro faceva capire anche al più sprovveduto le conoscenze maturate negli anni ’70 in oncologia. Nel 2015, ho inserito quella vecchia immagine nel mio libro “L’alimentazione nella prevenzione del Cancro” in cui il cancro si diffonde con lo schema dei funghi atomici. Nel 2017 i libri scientifici, che continuamente acquisto per aggiornarmi, contengono lo stesso modello di 60 anni fa. Cambia la forma ma la sostanza è la stessa. Lo schema è invariato: si parte della cellula normale che perde il suo equilibrio e comincia a proliferare in modo incontrollato. In “50 ideas on biology” è illustrata la tesi classica. Le metastasi sono tanti cloni della cellula maligna fondatrice che da una parte da origine al cancro primitivo e dall’altra contestualmente origine tanti nuclei di cellule tumorali più o meno distanti. Come di vede dal disegnino questi “Cloni” hanno tutti un simbolino diverso.
Sono cellule simili alla cellula madre, ma allo stesso tempo hanno caratteristiche diverse. Sono analoghe ai funghi atomici del ’79 che si differenziavano per colore forma e dimensione. Le metastasi sono tanti cloni come la povera pecora Dolly clonata da una cellula mammaria fornita da un’altra pecora quasi volontaria. Al Roslin Institut in Scozia la pecora è vissuta per 7 anni e ora riposa impagliata nel museo nazionale. Dolly dopo i primi anni sviluppò una grave artrite che ha determinato una morte prematura. Le clonazioni sono continuate, ma senza la fanfara della propaganda. Il cancro coltivato in vitro è un ottimo materiale da studiare senza creare quello che la natura non ha previsto. Dietro alla pecora Dolly cisono altri interessi che superano quelli della salute. Infatti nel 2014 i cinesi sono riusciti a clonare maiali lungo sopravviventi per scopi alimentari. Le mucche invece muoiono tutte.
In questa corsa allo studio della genetica mirata alla cura del cancro, risiede lo sbaglio, o meglio, la visione ristretta della scienza. In 50 anni di progresso nessuno si pone la domanda: “qual’è il motivo che determina la trasformazione maligna?” oppure “Come mai cellule normali cominciano a diffondersi nel corpo come se avessero un lasciapassare immunitario?” La risposta c’era già nel 1970 ora la ricerca scientifica ha cancellato qualsiasi dubbio.
La risposta è chiara è semplice: la cellula che si trasforma non è normale è malata. Il cancro non parte subito da una situazione di normalità, esiste un passaggio cruciale intermedio! La malattia predisponente è metabolica e si chiama infiammazione da cibo. Chi insiste nel ripetere lo schema classico saltando lo stadio intermedio dimostra un’ignoranza scientifica. Questa lacuna è ben spiegata nel riduzionismo di Colin Campbell. Scienziati e ricercatori validi e intelligenti limitano la loro conoscenza a uno specifico settore e perdono di vista l’insieme della medicina e della vita. Credere a un momento di pazzia determinato dalla genetica o all’azione di un cancerogeno non ha portato alcun miglioramento effettivo nella cura del cancro. Anche gli anticorpi monoclonali, sfornati ogni mese dall’industria farmacologica, falliscono l’obiettivo della guarigione perché non tengono conto dei diversi simbolini delle metastasi. I passi dell’oncologia camminano come una lumaca, mentre quattordici milioni di persone nel mondo ogni anno muoiono di cancro. Questa è la cifra dei morti durante i quattro anni della prima guerra mondiale. Questa carneficina di massa richiederebbe un aggiornamento scientifico collettivo. L’infiammazione da cibo è ormai una realtà. L’obesità è una malattia terribile e l’OMS fornisce dati devastanti. Dal mostruoso 93% degli abitanti americani delle Isole Samoe, si passa al 66,7% in USA per scendere al 55% in Europa e il 35,3% in Italia. Queste persone certamente non svilupperanno tutte il cancro perché prima avranno altre malattie degenerative. L’infiammazione da cibo è una sindrome silente che non da segni di se. Le persone vivono tranquille senza sapere di essere infiammate metabolicamente. Costoso sono le cosiddette persone presunte sane oppure “candidati al cancro”. Quando il punto debole cellulare si rompe ecco che il cancro si manifesta come una doccia fredda improvvisa, ma malattia viene da lontano. Ecco perché è sbagliato pensare che una cellula normale si trasformi in maligna. Significa ignorare il passaggio intermedio dell’infiammazione metabolica. Questa ignoranza si riflette sulle cure e sulle prospettive di guarigione. La stessa prevenzione primaria del cancro è dimezzata nella sua efficacia. Il lungo periodo intermedio che intercorre dallo stato normale a quello maligno è ben spiegato dall’epigenetica. Disconoscere l’influenza dell’ambiente sui geni significa oggi commettere uno sbaglio scientifico. Nel processo evolutivo dalla nascita alla morte intervengono in modo ineluttabilmente cause intrinseche ed estrinseche. La durata della vita dipende da questi fattori, ma se nessuno vuole riconoscere questa realtà, significa che i 14 milioni di morti all’anno sono destinati ad aumentare.