La “Bad Luck” è quella situazione che capita in un certo momento della vita e la sconvolge. Quello che sembrava essere una vita regolare scompare ed è sostituita da una situazione nuova d’instabilità. La nuova esistenza, se così si può chiamare, inizia entrando in un sistema pieno di regole. Maggiore è il numero di regole da osservare, maggiore è l’energia dissipata per osservarle. L’ospedale è un ottimo esempio di struttura organizzata su regole. Questo sistema ha bisogno di energia e, caso strano, questa energia proviene dai malati stessi. Se non ci fossero i malati, non ci sarebbero gli ospedali. Naturalmente ci sono strutture con diversi livelli, ma più è complessa l’organizzazione, maggiore è la necessità di energia e maggiore è la rigidità delle regole. L’ospedale di trova agli antipodi rispetto alla propria abitazione dove le regole sono disegnate ad personam. Ci sono però situazioni che non necessitano della energia delle persone. Una di queste è l’onda della fortuna, ovvero una congiunzione favorevole di circostanze. Questo è quello illustrato da Cristian Tomassetti e Bert Vogelstein della Johns Hopkins University nel suo articolo del gennaio 2015 su Le Scienze “The Bad Luck”. Un certo numero di persone presentano un cancro favorevole, mentre altre un cancro aggressivo. La differenza è enorme: i primi hanno la possibilità di guarire, i secondi (colpiti dalla sfortuna) sono destinati a morte prematura. Sfortunatamente nessuno può scegliersi il proprio cancro e tutti pensano che la ruota della fortuna sia cieca. Non è così! Nello spazio delle varianti c’è di tutto, anche i filoni d’oro. Nella vita sempre si presentano linee favorevoli che convergono verso la strada su cui cammina una persona, non serve investire energie: è una questione di scelta personale per raccoglierle. Chi si lascia influenzare dalle energie negative delle regole, si allontanerà da solo dalla fortuna. Lo stile e la personalità determinano l’attenzione alle situazioni favorevoli che apportano energia e quindi un destino fortunato. Gli uomini sono fatti così: “non conservano quello che hanno e poi piangono quando lo perdono”.
L’onda della fortuna è sempre disponibile a chi conosce lo spazio delle varianti. La realtà non è una, né tantomeno immutabile. Il destino crudele è un’invenzione del pensiero. La realtà cambia a secondo di come si guarda. “Il bene e il male” sono diversi da “il male e il bene”. L’ordine dei fattori cambia il risultato nello spazio delle varianti. Il binomio “cancro-mente” secondo Ippocrate diviene “melanconia-bile nera”, secondo Zeland si traduce in “occuparsi del cancro-senza preoccuparsi”. Nella moderna medicina ippocratica, cui appartengo, significa che il cancro, al pari delle altre malattie degenerative, è il segno di uno stile di vita sbagliato, di abitudini innaturali, di un’ignoranza delle leggi della natura. Chi vive nelle comodità dello pseudo benessere sociale, vive nel rischio perenne e quando il bicchiere del corpo umano è pieno di tossine, ecco che nel punto debole si manifesta la degenerazione cellulare. Qui la sfortuna delle combinazioni negative decide quando e quale malattia compare per prima, in una sequenza concatenata di eventi.
La disgrazia della società attuale è che il sistema, per mantenersi, risucchia le energie individuali e annienta la volontà e la libertà decisionale. L’insieme delle regole è tale che la persona si sente persa e isolata se decide di non accettarle. Il sistema non è capace di entrare nell’intimo della mente, mentre è capace di circuirla. Ciò significa che esiste la possibilità di vivere tenendo i piedi in due staffe e usufruire dei vantaggi del sistema e al tempo stesso scegliere quello più utile per se stessi.
Questo è quello che succede nel cancro. La “psicooncologia” ha sviscerato queste situazioni ormai dal 1990. Lo shock della notizia di cancro scatta un’istantanea di morte. Con questa diagnosi, frotte di psicologi sono impegnate a rassicurare quotidianamente le persone che affrontano il male del secolo con il risultato del buco nell’acqua. Il malato inguaribile, la malattia che distrugge la vita, il dolore fisico e psichico sono di pubblico dominio. Il tunnel senza luce in cui tutte le energie vitali sono risucchiate nel buco nero del cancro è ben illustrato da Vadim Zeland. “Tutto il passato scompare, tutto il futuro si trasforma in una nebbia oscura e indistricabile”. Questo è quello che succede a tutti i malati di cancro che riempiono i cimiteri ogni anno. Queste persone non hanno immaginato che durante la loro seconda esistenza in compagnia del cancro è sempre stata presente l’onda della fortuna. La loro frustrazione e angoscia era così intensa che non sono stati sfiorati dal pensiero di deviare il corso crudele del cancro cogliendo la linea della fortuna. La partita si svolge tutta dentro la mente ma, attenzione non dentro il cervello, né dentro il corpo, né negli stati emozionali che si generano con il cancro. Qui parliamo della Mente, cioè quell’entità indefinibile di energia capace di entrare nella matrice dello spazio delle varianti. Le persone utilizzano solo il 10% delle potenzialità della mente e questa ignoranza è coltivata dal vivere agiato e dal materialismo effimero imperante.
La fisica quantistica la insegna, i filosofi la predicano, i liberi pensatori la conoscono: la realtà è una apparenza. Coloro che sanno questo, cambiano il punto di osservazione e cambiano la prospettiva della vita. Quello che sembra essere una disgrazia distruttiva può essere vista come una opportunità di crescita e in questa fase le onde della fortuna appaiono per essere colte ed assaporate.“Quando la realtà non può essere cambiata, l’unica possibilità di sopravvivere è cambiare se stessi”.
Chi si ritrova con un cancro aggressivo è talmente convinto di essere obbligato a seguire a strada delle regole che azzera il proprio potere decisionale. La delega a terze persone è un atto di sottomissione lontano anni luce dalla libertà della propria casa. Basta un pensiero triste per essere assaliti da preoccupazioni e diventare ancora di più dipendenti dalle regole. Basta un esame alterato per creare una caduta di energia e rientrare nei ranghi della psico-oncologia. L’osservazione delle regole che la malattia impone trasforma la vita in un’agenda dove i giorni sono pieni di appuntamenti, esami di sangue, visite specialistiche, TAC-RMN, biopsie, digiuni, attese per interventi, eccetera, eccetera. Tutto è codificato in modo che è impossibile sgarrare alla pianificazione diagnostico-terapeutica. Com’è possibile non essere assaliti da pensieri ossessivi, dalla paura di essere soli e di non avere coraggio? Con il cancro si entra in un circolo vizioso dove il tritacarne gira, frantumando tutto senza interruzioni e allo stesso tempo inamovibile. Questo sistema monolitico è stato però infranto nel momento in cui è diventata di pubblico dominio la causa primaria del cancro. Quando si conosce la causa qualsiasi problema può essere risolto, Il punto critico di quest’affermazione è che moltissime persone preferiscono non sapere che il cancro è un processo ben definito che non avviene per caso, ma segue un percorso codificato dall’epigenetica. La negazione di questa scoperta coltiva l’ignoranza con tutte le conseguenze deleterie.
Nel 400 avanti Cristo, Ippocrate osservava che il cancro e la melanconia erano un binomio inscindibile che produceva un umore chiamato “bile nera” cioè il massimo dell’acidità. L’insieme corpo e mente era già conosciuto oltre venticinque secoli fa, ma oggi il sistema dominante è invece orientato alla cura dei singoli organi. Su questa interpretazione scientifica il sistema si è irrigidito, nel senso che non ammette la libertà di integrare le cure, ma impone protocolli rigidi. Questo sistema può essere considerato l’antitesi dello spazio delle varianti e la guarigione offerta dall’onda della fortuna appartiene ai miracolati. Chi si guarda intorno, non vede niente. Il mondo non è un prato di margherite in fiore e l’onda della fortuna non ha alcun interesse per la persona, è facile farsela scappare, lasciarla passare oltre e non vederla ritornare. La forza di attrazione nel sistema è tale che i più divengono i paladini dell’ignoranza e accettano la morte prematura. Zeland vive in Russia, ma come lui tante persone hanno imparato a guardarsi intorno. Prendere o lasciare, dipende solo da se stessi.