Chiacchierando con le persone spesso mi accorgo che le abitudini alimentari sono dure come macigni. La propaganda continua e oppressiva del cibo buono, gustoso, ricercato, sfizioso e abbondante nella sua eterogeneità ha emarginato il concetto del cibo come fonte di vita e di salute. Le generazioni del dopo guerra volutamente sono state educate per non conoscere la paura della fame e la popolazione ha visto nel cibo il sogno del progresso sociale. Sono state stravolte le vecchie abitudini e sono state inventate tradizioni che non esistevano se non in misura ridotta. In molte regioni, il consumo della carne di maiale e di manzo era molto raro fino agli inizi del secolo scorso. Tutt’al più la carne si mangiava a Natale e nei giorni di festa. Queste erano le abitudini alimentari fino agli anni 1950. Oggi le persone cadono nel panico all’idea di lasciare la carne e sostituirla con un piatto vegetale. La trasformazione sociale avvenuta negli anni ’60 ha trasformato la produzione alimentare da contadina e artigianale a industriale e intensiva. Il progresso della tecnica ha risposto alle esigenze degli agglomerati urbani. I ritmi di lavoro hanno imposto il fast food con lo scopo di sfamare la gente in breve tempo per non essere distratta al lavoro.
Come si fa a spiegare che l’hamburger al formaggio con le patate fritte ingurgitati di corsa creano un miscuglio indigeribile in contrasto con i sistemi digestivi dello stomaco e dell’intestino? Queste persone obbligatoriamente prima o poi si recheranno dal medico e lo sciroppo anti-acido diverrà parte integrante della vita quotidiana. La gente crede che l’ulcera gastrica sia causata dallo stress o dall’Helicobacter e mai pensa a quello che mangia. Il cibo gustoso e saporito è diventato obbligatorio nei ristoranti e a casa. Disgraziatamente nessuno mette inguardia sui pericoli di stile alimentare.
Ugo Tognazzi nel film del 1973 “La Grande abbuffata”, vuole suicidarsi mangiando fino alla morte. L’epilogo è contenuto nel film del 1970 quando Tognazzi finisce, per un ictus cerebrale su una sedia a rotelle spinto dalle tre sorelle Tettamanzi .
Il cibo moderno causa dipendenza. Tutti pensano che il cibo gustoso sia anche buono per la salute. Pochi sanno che le proteine animali stimolano i sistemi ormonali di crescita. L’appetito aumenta la fame e il desiderio del gusto. Questo sistema coinvolge circa il 70% della popolazione occidentale e coloro che stanno attenti a quello che mangiano sono una netta minoranza.
Questa realtà spiana la strada alle malattie, riempie gli ospedali e ingrassa l’industria farmaceutica. Parlando con amici carnivori ho constatato il loro interesse quando consigliavo di non cambiare le abitudini alimentari, ma di invertire l’ordine dei cibi. Non si crea alcun rifiuto quando si prospetta di cominciare dalla frutta e dalla verdura cruda. I cibi cotti passano in second’ordine e la carne arriva per ultima. Non si cambiano gli ingredienti, ma si cambia la tempistica, cioè la modalità del pasto.
Anticipare all’inizio del pranzo un bel piatto di frutta e verdura significa fornire nutrienti e fibre da cibi vivi e freschi. Per esempio una mela, una pera, un kiwi o una banana seguiti da un sedano, un carciofo, un finocchio e un’insalata mista all’inizio del pranzo determina un senso di sazietà che riduce il desiderio e la necessità di ingozzarsi con paste raffinate e carni animali. Se si adotta questo sistema è bene bere due bicchieri di acqua 10 minuti prima di mangiare. Gli enzimi digestivi della masticazione saranno più abbondanti e l’acidità dello stomaco disgregherà facilmente tutti i cibi. Durante il pasto l’acqua o un po’ di vino ha la funzione di pulire la bocca tra un piatto e l’altro. L’inversione degli ingredienti ha il pregio di far riscoprire il gusto del cibo crudo. Non c’è bisogno del nutrizionista o della dieta punti per perdere i chili di troppo, In questo modo progressivamente, giorno dopo giorno, senza accorgersene, il peso si aggiusta e la salute ne trae giovamento.