L’antico proverbio “una mela al giorno toglie il medico di torno” è in disuso nella società moderna. Se a un bambino si offre una mela, la rifiuta perché preferisce l’ananas o la banana, meglio ancora se gli dai il barattolino di succo o una bibita zuccherata colorata e gassata. Le mele che mangiava mio padre (classe 1910), sono sostituite dalle mele industriale che non sono più del coltivatore ma del Consorzio di produzione. Sono prodotti industriali per i mercati di massa, tutti uguali senza una macchia, puliti, lucidi e selezionati geneticamente, allevati con concimi ed antiparassitari. Gli antichi meli di campagna sono diventati una rarità, tagliati per farci il fuoco, perché le aspre meline che producevano erano per i maiali  e per i contadini poveri non certo per i ricchi. I nobili e l’alta borghesia storceva il naso quando sulla tavola non c’era altra scelta. La differenza tra il ricco e il povero era evidente in tutte le fasi della vita, soprattutto in punto di morte. Il ricco soffriva di artrosi, gotta, diabete, obesità, mal di cuore e cancro, il povero moriva di stenti, malnutrizione e infezioni. Per costoro il pasto era semplice e razionato, i digiuni non erano uno sfizio di chi vuole avere un corpo statuario. Se poi c’era una guerra, le razzie dei vincitori e degli eserciti imponevano restrizioni alimentari ai limiti della sopravvivenza. Ritornando alle mele scartate dei ricchi e mangiate dai poveri, c’è da notare che questi ultimi non scartavano niente, cioè della mela mangiavano tutto, dalla buccia al torsolo. In questo modo tutti i nutrienti quali vitamine, antiossidanti, polifenoli e il famigerato leatrile, cioè la vitamina B17 contenuta nei semi, era continuamente assimilati con l’alimentazione. La natura, nel produrre le molecole fondamentali per la vita, non ha fatto un solo stampo, ma ha prodotto una varietà multiforme di sostanze similari con la funzione di potenziarsi a vicenda. La cooperazione tra questa infinità di sostanze presenti nella mela fa sì che tutte insieme agiscano come catalizzatori delle funzioni vitali. La tecnica di estrazione del principio attivo da un frutto o da una pianta, introdotta dal “progresso”, corrisponde alla cattiva pratica di sbucciare la mela e scartare il torsolo. In pratica viene selezionato un unico nutriente che nemmeno ad alte concentrazioni è capace di svolgere la funzione del frutto nella sua forma naturale. La mela è l’esempio che spiega l’aberrazione del progresso scientifico tutte le volte che vuole ottenere in laboratorio quello che il tempo infinito della evoluzione ha creato. La semplificazione della complessità della natura è un giochetto pericoloso definito “riduzionismo”. Il vecchio abate Occam nel 1300 postulò il “rasoio di Occam“, cioè “la semplificazione degli insiemi complessi è utile a causa della stupidità che pervade il genere umano“.  Sfortunatamente dirottare l’intelligenza nella ricerca sulle singole molecole fa perdere di vista la complessità dell’insieme e porta a un progresso scientifico che si rivela inconcludente sulla salute della persona.

La mela è il simbolo del riduzionismo inconcludente. Come è possibile pensare che la singola molecola di vitamina C contenuta in  integratore venduto in un supermercato possa svolgere le stesse funzioni della miriade di molecole contenute in una mela? La spiegazione semplice è che la pasticca di vitamina risponde in via prioritaria ad esigenze economiche di chi la produce, mentre la salute delle persone diviene un elemento secondario. Questo è il motivo per cui il beneficio atteso, in termini di benessere che il progresso scientifico dovrebbe portare, molto spesso è minimo. Per analogia quello che accade nella mela con la vitamina C è la stessa cosa che succede nelle cellule del sistema immunitario che producono la miriade degli anticorpi . La realizzazione artificiale di una molecola simile ad un anticorpo è un evento abbastanza frequente nei laboratori, ma pensare che questa molecola posso avere la stessa potenza che hanno le molecole prodotte dalle cellule, significa sopravvalutare i limiti della scienza. Le grandi scoperte biomediche sono  avvenute prevalentemente nel secolo scorso per  l’impulso concreto alla tecnologia. Il periodo successivo alla seconda guerra mondiale è però precipitato nella ricerca del particolare sempre più spinto allontanandosi da una visione globale complessiva. Questo fatto ha portato il progresso a trasformarsi da “tecnologico” a “tecnogeno“. Il profitto è diventato l’arbitro della situazione. Tutti i ricercatori conoscono lo spettrogramma della mela dove sono ben visibili tutti i nutrienti che contiene, eppure si ostinano a immettere sul mercato un unico elemento: la pillola di vitamina C! mela e vitaminaC

Hanno usato il rasoio di Occam per eliminare i nutrienti difficili  e hanno spacciato la vitamina C come la panacea della Salute! Sfortunatamente questo atteggiamento  si è diffuso a quasi tutti i settori che svolgono attività di ricerca. Fortunatamente esistono ricercatori che conoscono la complessità della natura e rifiutano il rasoio di Occam inteso come strumento  di semplificazione dei sistemi naturali complessi. La mela è il simbolo del cibo naturale nella sua interezza. Tutti coloro che si dimenticano della mela o peggio ancora preferiscono l’integratore di vitamina C, sappiano che in quel momento stanno dando una spallata alla loro salute. Sappiano inoltre che il modo di pensare riduzionista del rasoio di Occam è estremamente diffuso e propagandato. Ciò significa che la persona colta deve stare in guardia e dubitare sempre di più di quello che l’industrializzazione produce.

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